Nato a Riesi, in Sicilia, Giordano apre un’attività di parrucchiere per uomo, dopo il servizio di leva militare. Conosce Franca Evangelista e i due si sposano. Dal matrimonio nascono i due figli, Massimo e Tiziana.
Nel frattempo Giordano aveva consolidato la propria attività economica, trasformandola in una catena di negozi di profumeria.
In quel periodo Gela, il luogo in cui Giordano aveva la sua attività, fu teatro di una guerra sanguinosissima tra Cosa Nostra e la neonata Stidda, per il controllo del territorio.
Stidda era un’organizzazione criminale di stampo mafioso nata nella provincia di Agrigento, mentre Cosa Nostra era l’organizzazione criminale di stampo mafioso nata in Sicilia.
Quando nel suo negozio si presentò Ivano Rapisarda, detto “Ivano Pistola“, un ventenne stiddaro già ai vertici dell’organizzazione, Gaetano lo cacciò dal negozio, rifiutandosi di pagare i 5 milioni di lire richiesti.
La prima vendetta fu l’incendio di uno dei suoi negozi, per 200 milioni di lire di danno. Giordano comunque continuò a rifiutarsi di pagare e presentò anzi un esposto per denunciare la tentata estorsione e le relative minacce e danneggiamenti. Fecero così molti altri negozianti.
L’ostinato rifiuto di Giordano non poteva essere tollerato, così il 10 novembre 1992, verso le 20:00, rientrato col figlio dal negozio, fu colpito da 5 colpi di pistola mentre scendeva dalla Fiat Panda. Anche il figlio Massimo fu ferito.
Proprio lui, anni dopo, ricorda quei terribili momenti:
«Ricordo che eravamo giunti sotto casa e, scesi dalla macchina, papà stava chiudendo l’auto con me accanto, spalle alla strada. Ad un certo punto ho sentito un rumore ripetuto che mi ha spinto, inconsciamente, a fare un salto tra l’auto e il muro, proteggendomi da un qualcosa che solo dopo ho compreso essere colpi d’arma da fuoco. Girato attorno all’auto, ho notato mio padre riverso per terra ancora in vita, ma non più in grado di parlare. Mentre cercavo di accertarmi dell’effettivo stato di salute di mio padre, ho avvertito una sensazione di bagnato, scoprendo che del sangue fuoriusciva dai miei pantaloni, rendendomi conto di esser stato colpito da un proiettile che era entrato ed uscito in corrispondenza dell’inguine. A questo punto sono salito su una macchina, fermata per prestarmi soccorso, per essere portato in ospedale».
Inutile fu la corsa in ospedale, dove morì poco dopo esservi arrivato.
Il 10 dicembre 1996 la Corte di Assise di Caltanissetta condannò all’ergastolo il boss stiddaro Orazio Paolello, riconosciuto come mandante dell’omicidio. Anche gli esecutori materiali vennero individuati e condannati, tra loro un minore.
Dopo il delitto, la moglie, Franca Evangelista, pur essendo di Genova, decise di rimanere a Gela e di proseguire con coraggio l’attività del marito nella conduzione delle loro attività commerciali.
Il 27 maggio 2005 fu creata un’associazione antiracket intitolata a Giordano, da un’idea di Tano Grasso, di cui la moglie Franca divenne presidente onoraria.
- Gaetano Giordano, scheda del Ministero dell’Interno.