Le storie delle vittime

Raccolte dalle ragazze e dai ragazzi del Liceo Statale Maffeo Veglio di Lodi, attraverso un percorso durato alcuni mesi e iniziato su questo prato.

La raccolta delle storie delle vittime innocenti di mafia è stata curata da Una Casa Anche Per TE Onlus, insieme alle studentesse e agli studenti delle classi 3°F, 4°B e 5°D del Liceo Maffeo Vegio di Lodi.

In PCTO residenziale presso la Libera Masseria di Cisliano, bene confiscato che UcapTe gestisce provvisoriamente dal 13 maggio 2015, hanno studiato le storie delle vittime per inserirle in questo sito web, perché diventino patrimonio culturale di tutti. Ora sono ora facilmente consultabili anche a chi è in visita al prato della memoria, grazie a dei QR-code posti sotto gli alberi che portano qui.

Con questo lavoro vogliamo creare gli anticorpi sociali contro le organizzazioni mafiose e la cultura mafiosa e promuovere il protagonismo dei giovani,che sono sia il nostro presente che il nostro futuro.

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  • Domenico Falcone

    Domenico Falcone

    Il 24 marzo 1990 il killer Liborio Trainito entrò nel bar il «Caruso» di Bollate (MI) e sparò a Domenico Falcone, 22 anni, dopo aver freddato il vero obiettivo, Mario Di Corrado, 64 anni, suocero del boss, poi collaboratore di giustizia, Luigi Di Modica. L’agguato è legato a uno scontro tra clan siciliani…

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  • Alessandro Rovetta

    Alessandro Rovetta

    Alessandro Rovetta era nato a Brescia nel 1953. La sua era un famiglia di imprenditori che rappresentava bene il pragmatismo tipico dei bresciani, con una gran voglia di fare e molto spirito di iniziativa. Da due generazioni, infatti, la sua famiglia aveva investito in Sicilia, a Catania per la precisione…

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  • Cristina Mazzotti

    Cristina Mazzotti

    È il 30 giugno 1975, Cristina ha da pochi giorni compiuto 18 anni e quella sera ha deciso di festeggiare la maggiore età e la sua promozione. In quei giorni è in vacanza a Eupilio, piccolo comune in provincia di Como che sorge sulle pendici del monte Cornizzolo. Sono quasi arrivati alla villa della famiglia…

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  • Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

    Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

    Sulla morte di Ilaria e Hrovatin da subito sono circolate le ipotesi più diverse, ma ci sono circostanze che inducono a ritenere che Ilaria avesse scoperto fatti e attività legati a traffici illeciti di armi e rifiuti tossici a livello internazionale, prodotti nei Paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani in cambio di tangenti…

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  • Giorgio Ambrosoli

    Giorgio Ambrosoli

    La ricostruzione della vita e dell’operato dell’Avvocato Ambrosoli si impernia su tre cardini: la sua vicenda umana e personale, la storia di Michele Sindona e delle sue banche, la storia politica ed economica italiana dalla fine degli anni ’60 ai primi anni ’80.

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  • Tobia Andreozzi

    Tobia Andreozzi

    Tobia Andreozzi era un ragioniere che venne ucciso il 30 agosto 1990 a Trentola Ducenta  mentre si trovava in compagnia del suo datore di lavoro, Francesco Di Chiara, vero obiettivo dell’agguato. Gli assassini sparano una raffica di colpi che uccisero entrambi.

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  • Maria Angela Anzalone e Giuseppe Biccheri

    Maria Angela Anzalone e Giuseppe Biccheri

    Nel 1998 il paesino di Oppido Mamertina era luogo di una faida tra clan della ‘ndrangheta, che aveva già portato 50 vittime…

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  • Rita Atria

    Rita Atria

    Rita Atria, testimone di giustizia, nasce a Partanna il 4 settembre 1974. Gli uomini della sua famiglia, il padre Vito e il fratello Nicola, erano piccoli boss di quartiere che facevano capo alla famiglia degli Accordo.

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  • Salvatore Bartolotta

    Salvatore Bartolotta

    È il 29 luglio del 1983, sono le 8 del mattino e Salvatore è, come ogni giorno, sotto casa di Rocco Chinnici (un giovane giudice dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo), in via Pipitone Federico, ad aspettarlo, in quanto agente della sua scorta…

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  • Giuseppe Bommarito

    Giuseppe Bommarito

    Giuseppe Bommarito è stato un ufficiale dei carabinieri ucciso a Palermo da Cosa Nostra nella strage di Via Cristoforo Scobar insieme al capitano Mario D’aleo e al collega Pietro Morici.

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  • Paolo Borsellino

    Paolo Borsellino

    Dopo l’omicidio di Falcone dedica gli ultimi giorni della sua vita alle indagini sulla sua morte. Nemmeno un mese dopo, il 19 luglio, viene ucciso sotto casa della madre in via D’Amelio. Con lui muoiono anche 5 agenti della scorta.

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  • Bruno Caccia

    Bruno Caccia

    Bruno Caccia nato il 16 novembre 1917 a Cuneo, è stato un magistrato italiano ucciso dalla ‘ndrangheta mentre ricopriva l’incarico di Procuratore Capo della Repubblica a Torino. Venne ucciso domenica 26 giugno 1983, nel giorno in cui si svolgevano in Italia le elezioni politiche generali, davanti a casa sua a Torino.

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  • Domenico Cannata

    Domenico Cannata

    I primi problemi per la famiglia Cannata iniziarono quando il suocero di Domenico, che era un imprenditore e proprietario terriero, iniziò a ricevere alcune lettere anonime intimidatorie in cui si chiedeva il pagamento di importanti somme di denaro. La famiglia di Domenico rifiutò senza nessun dubbio qualsiasi richiesta estorsiva gli venisse fatta.

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  • Pietro Carpita

    Pietro Carpita

    Pietro Carpita era uscito da un bar a Bresso, dove abita. Si trovò nel fuoco incrociato di due auto appartenenti a due gruppi rivali di che si affrontano sparando all’impazzata ferendo gravemente Pietro al torace che morirà poco dopo a 46 anni. 

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  • Antonino Ninì Cassarà e Roberto Antiochia

    Antonino Ninì Cassarà e Roberto Antiochia

    Cassarà andò a dirigere giovanissimo la Squadra Mobile di Trapani nel 1975, distinguendosi subito per un dinamismo insolito nel contrasto agli interessi mafiosi della città. Roberto Antiochia, agente di polizia, morì con lui nell’agguato del 1985.

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  • Agostino Catalano

    Agostino Catalano

    Solitamente veniva assegnato alla scorta di padre Bartolomeo Sorge, ma la mattina del 19 luglio 1992 venne richiamato dalle ferie per sopperire alla carenza di organico nella scorta del giudice Paolo Borsellino. Perse la vita quello stesso giorno in via D’Amelio, insieme al giudice e ai colleghi della scorta.

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  • Rocco Chinnici

    Rocco Chinnici

    La mafia allestì la morte di Rocco Chinnici come se fosse uno spettacolo, per impressionare l’opinione pubblica e far arrivare il messaggio della sua potenza di fuoco. Dopo vari gradi di giudizio, nel 2000 la Corte d’assise di Caltanissetta condannò all’ergastolo Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Raffaele e Stefano Ganci, e numerosi altri boss mafiosi.

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  • Walter Eddie Cosina

    Walter Eddie Cosina

    Fu un agente della Polizia di Stato, membro della scorta di Paolo Borsellino. Il giorno della strage di via D’Amelio non doveva essere in servizio ma decide di prendere il posto  del suo collega, appena tornato da Trieste, per farlo riposare. 

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  • Carlo Alberto Dalla Chiesa

    Carlo Alberto Dalla Chiesa

    Nel giugno 1982 invia il rapporto dei 162, una mappa della criminalità organizzata al cui vertice ci sono i Greco di Ciaculli, i Corleonesi e il clan di Corso dei Mille che hanno vinto sui Bontade, Buscetta e Badalamenti. Vengono spiccati 87 mandati di cattura e portati a termine 18 arresti. Per le famiglie mafiose…

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  • Domenica De Girolamo

    Domenica De Girolamo

    Una sera di Febbraio del 1986 i due coniugi sono come sempre nella loro rivendita di tabacchi. All’improvviso sono sorpresi da individui che li aggrediscono e li feriscono fino a ucciderli. Il giorno del loro funerale a Platì verrà proclamato il lutto cittadino.

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  • Don Peppe Diana

    Don Peppe Diana

    La sua Chiesa doveva essere al servizio dei poveri, degli ultimi; infatti diceva che “dove c’è mancanza di regole, di diritto si affermano il non diritto e la sopraffazione. Bisogna risalire alle cause della camorra per sanarne la radice che è marcia… dove regnano povertà, emarginazione, disoccupazione e disagio è facile che la mala pianta…

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  • Giovanni Di Benedetto

    Giovanni Di Benedetto

    Giovanni Di Benedetto è una delle vittime di Mafia di cui non si sa quasi nulla. 

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  • Rocco Dicillo

    Rocco Dicillo

    Rocco non era soltanto un uomo della scorta di Giovanni Falcone, era un uomo di 30 anni che aveva delle aspettative e progetti di vita, come tutti quanti noi: avrebbe dovuto sposarsi il 20 luglio del 1992.

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  • Marcella Di Levrano

    Marcella Di Levrano

    La storia di una donna orribilmente massacrata da uomini che le erano anche stati vicino, incapaci di tollerare il suo coraggio, la forza e la determinazione di abbandonare un mondo che non era più il suo.

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  • Giuseppe Di Matteo

    Giuseppe Di Matteo

    Ucciso a 14 anni come ritorsione nei confronti del padre Santino di Matteo, collaboratore di giustizia. quest’ultimo era in stretti rapporti con Giovanni Brusca, braccio destro di Totò Riina.

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  • Moussafir Driss

    Moussafir Driss

    Driss Moussafir, nato in Marocco il 26 giugno 1949, era un venditore ambulante senza fissa dimora che la sera del 27 luglio 1993 stava dormendo su una panchina nei pressi di via Palestro, quando alle 23:14 si verificò l’esplosione che lo uccise.

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  • Masslo Jerry Essan

    Masslo Jerry Essan

    A 29 anni aveva deciso di lasciare la sua terra, il Sudafrica, all’epoca teatro di orrori e discriminazioni. Ma anche in Italia Jerry non trovò vita facile.

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  • Giovanni Falcone

    Giovanni Falcone

    Il 23 maggio 1992 dopo che ha imboccato l’autostrada che porta a Palermo, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione disintegra le auto e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

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  • Carmela e Romano Fasanella

    Carmela e Romano Fasanella

    Il 24 luglio del 2007 uno spaventoso incendio devastò parte della pineta nel territorio di Peschici, in provincia di Foggia. Nel rogo persero la vita tre persone, tra le quali Romano e Carmela Fasanella.

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  • Celestino Fava

    Celestino Fava

    Celestino Fava, nato il 23 maggio 1974 a Palizzi (Reggio Calabria), era un ragazzo dolce, pieno di voglia di vivere. Quando venne ucciso, a soli 22 anni, stava per trasferirsi al nord per intraprendere una nuova avventura di vita: l’università.

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  • Giuseppe Fava

    Giuseppe Fava

    Giuseppe “Peppe” Fava faceva parte della redazione de “I Siciliani”. Le verità narrate nella rivista non vennero tollerate dalla Mafia Catanese e Giuseppe venne considerato il bersaglio primario del gruppo di giornalisti. La sera del 5 gennaio 1984 venne freddato con cinque colpi di pistola.

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  • Alessandro Ferrari

    Alessandro Ferrari

    Alessandro Ferrari è stato un vigile urbano, morto all’età di 30 anni in quanto coinvolto nella Strage di via Palestro del 27 luglio 1993. La sera del 27 luglio 1993 era di pattuglia insieme alla sua collega Catia Cucchi. 

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  • Francesco Fortugno

    Francesco Fortugno

    Affermandosi come medico a Reggio Calabria. Entra in politica nella Democrazia Cristiana, con cui sarà eletto consigliere comunale del suo paese nel 1986. Viene assassinato mentre svolgeva l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria.

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  • Lea Garofalo

    Lea Garofalo

    Nata il 24 aprile 1974 a Petilia Policastro (Calabria) rimane orfana di padre ucciso in una guerra di ‘ndrangheta. A quattordici anni Lea si innamorò del diciassettenne Carlo Cosco dal quale ebbe una figlia, Denise,  e con il quale decise di stabilirsi a Milano.

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  • Gaetano Giordano

    Gaetano Giordano

    Quando nel suo negozio si presentò Ivano Rapisarda, detto “Ivano Pistola”, un ventenne stiddaro già ai vertici dell’organizzazione, Gaetano lo cacciò dal negozio, rifiutandosi di pagare i 5 milioni di lire richiesti.  La prima vendetta fu l’incendio di uno dei suoi negozi.

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  • Giorgio Boris Giuliano

    Giorgio Boris Giuliano

    A capo della squadra mobile di Palermo, è stato assassinato il 21 luglio del 1979 a Palermo da Leoluca Bagarella per le sue indagini sul traffico di stupefacenti di Cosa Nostra.

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  • Libero Grassi

    Libero Grassi

    All’inizio degli anni ottanta viene preso di mira da Cosa Nostra con la pretesa di pagamento del pizzo. Libero Grassi ha il coraggio di opporsi alle richieste di racket della mafia e di uscire allo scoperto, con grande esposizione mediatica; infatti, nel gennaio 1991 il Giornale di Sicilia pubblica una sua lettera sul rifiuto di cedere ai ricatti della…

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  • Peppino Impastato

    Peppino Impastato

    Giuseppe Impastato noto a tutti come Peppino nasce a Cinisi (Palermo), in una famiglia mafiosa. La sua lotta contro la mafia comincia dopo il brutale assassinio dello zio.

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  • Carlo La Catena

    Carlo La Catena

    Dopo circa quaranta giorni di servizio presso il Distaccamento “Marcello”, il 27 luglio 1993, l’autobomba che viene fatta esplodere in Via Palestro a Milano lo uccide. 

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  • Calogero La Piana

    Calogero La Piana

    Calogero La Piana è stato ucciso da Cosa Nostra all’età di 23 anni perché era stato testimone di un omicidio. Il corpo di Calogero, insieme a quello dei fratelli Luigi e Giuseppe Tambè di 24 e 21 anni, fu ritrovato carbonizzato all’interno di un bosco a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta. Tutti e tre i…

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  • Vincenzo Li Muli

    Vincenzo Li Muli

    Morì insieme al giudice Borsellino e ai suoi colleghi della scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina nella strage di via D’Amelio; aveva 22 anni ed era il più giovane della squadra

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  • Epifanio Li Puma

    Epifanio Li Puma

    Epifanio, simbolo di giustizia sociale, nasce nel borgo di Petralia Soprana in Sicilia, in provincia di Palermo, il 6 gennaio 1893, da una famiglia umile e poverissima.

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  • Stefano Li Sacchi

    Stefano Li Sacchi

    Stefano è portiere nel condominio di via Pipitone Federico, lo stesso in cui vive il giudice Rocco Chinnici. Anche il mattino del 29 luglio del 1983 Stefano è al suo posto di lavoro. Quando epslode l’autobomba morirà sul colpo.

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  • Rosario Livatino

    Rosario Livatino

    Il suo assassinio avviene sulla statale Agrigento-Caltanissetta, il 21 settembre 1990, giorno in cui il Tribunale deve decidere le  misure di prevenzione da adottare nei confronti dei boss di Palma di Montechiaro. il “giudice ragazzino”, aveva 38 anni.

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  • Emanuela Loi

    Emanuela Loi

    Emanuela Loi è stata un’agente della Polizia di Stato italiana, morta nella Strage di via D’Amelio; fu la prima agente donna della Polizia di Stato a restare uccisa in servizio.

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  • Lenin Mancuso

    Lenin Mancuso

    Lenin trascorre tutta la sua vita alla Squadra mobile di Palermo. È un uomo onesto ed è proprio questo senso di giustizia e di onestà a legarlo in modo profondo al giudice Terranova.

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  • Piersanti Mattarella

    Piersanti Mattarella

    Nel 1967 è eletto alla Regione Sicilia di cui sarà assessore al bilancio nel 1967 e Presidente nel 1978. Oltre ad ostacolare i clan nella sua azione politica espresse chiaramente il suo pensiero in occasioni pubbliche. Il 6 gennaio del 1980 Mattarella verrà assassinato da un killer.

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  • Ambrogio Mauri

    Ambrogio Mauri

    Negli anni di Tangentopoli appoggiò l’attività del pool Mani pulite, andando a testimoniare volontariamente. Tuttavia, al termine di quella stagione, deluso dal fatto che, come prima, gli venivano negati appalti, perché non accettava di pagare tangenti, si suicidò nel proprio ufficio, con un colpo di pistola al cuore.

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  • Giangiacomo Ciaccio Montalto

    Giangiacomo Ciaccio Montalto

    Scopre in Toscana gli interessi della mafia cortonese e trapanese insieme. E da pubblico ministero a Firenze è sul punto di muoversi. Ma la sua vicenda umana e professionale si conclude nella notte del 25 gennaio 1983, quando cade vittima di un agguato.

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  • Giuseppe “Beppe” Montana

    Giuseppe “Beppe” Montana

    Beppe Montana arriva a Palermo all’indomani dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Uomo della sezione ‘Catturandi’, la squadra che lavora per arrestare i mafiosi ancora latitanti. A soli 34 anni è uno degli investigatori più abili

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  • Antonio Montinaro

    Antonio Montinaro

    Antonio era il Caposcorta del giudice Giovanni Falcone, con cui stringe un rapporto umano oltre che lavorativo. Antonio diventa presto l’uomo fedelissimo del giudice, quel giudice che non lascerà mai, neanche il giorno dell’attentato.

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  • Umberto Mormile

    Umberto Mormile

    Era educatore al carcere di Opera. Aveva visto cose che non avrebbe dovuto vedere. L’11 aprile 1990 Mormile venne assassinato in un agguato lungo la provinciale Binasco-Melegano, nei pressi di Carpiano, mentre andava a lavoro.

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  • Francesca Morvillo

    Francesca Morvillo

    Francesca Laura Morvillo, nata a Palermo il 14 dicembre 1945 è stata una magistrata e una docente universitaria. Moglie del giudice Giovanni Falcone, perse la vita insieme a lui e agli agenti della scorta.

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  • Cesare Terranova

    Cesare Terranova

    Sono le 8.30 del 25 settembre. Il maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso, fidato agente di scorta e collaboratore di Terranova aspetta il giudice a bordo di una Fiat 131 per condurlo in Tribunale…

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  • Sergio Pasotto

    Sergio Pasotto

    Pasotto Sergio nato a Milano il 27 luglio 1959, è stato un vigile del fuoco, morto all’età di 34 anni alle 23:14 nell’esplosione di via Palestro del 27 luglio 1993.

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  • Stefano Picerno

    Stefano Picerno

    Stefano Picerno era un vigile del fuoco presso il Distaccamento “Marcello”. La sera del 27 luglio del 1993 insieme al suo collega (Carlo la Catena) si recò, in seguito alla chiamata di un vigile urbano, in via Palestro a Milano.

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  • Daniele Polimeni

    Daniele Polimeni

    Favazzina è una frazione che dista appena quattro chilometri da Scilla, qui si declina la storia di Daniele Polimeni che nel 2005 trova la morte vicino all’acquedotto di Favazzina.

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  • Francesco Prestia

    Francesco Prestia

    Prestia e sua moglie, Domenica De Girolamo, morirono nella loro tabaccheria in centro di Platì l’11 febbraio 1986, assassinati in modo terribile.Quella sera di Febbraio i due coniugi erano come sempre nella loro rivendita di tabacchi. All’improvviso vennero sorpresi da individui che li aggredirono e li ferirono a morte.

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  • Don Pino Puglisi

    Don Pino Puglisi

    Nel 1970 Padre Puglisi è nominato parroco di Godrano, cittadina che da anni è insanguinata da una faida tra famiglie mafiose per il dominio del territorio. In questo contesto di pericolo, disperazione e omicidi, svolge un efficace ruolo di mediatore e portatore di Pace tra le fazioni avverse, riconciliando le due famiglie. 

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  • Luigi Recalcati

    Luigi Recalcati

    Era un uomo in pensione all’epoca del suo assassinio. Fu ucciso mentre si trovava per strada a pochi passi dall’abitazione di alcuni parenti da cui era in visita, durante l’agguato organizzato dal gruppo criminale facente capo a Salvatore Batti per uccidere Franco Coco Trovato.

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  • Placido Rizzotto

    Placido Rizzotto

    Placido Rizzotto, sindacalista e politico italiano, nacque il 2 gennaio 1914 a Corleone (in Sicilia). La sera del 10 marzo 1948  venne sequestrato, pestato a sangue, assassinato con tre colpi di pistola e buttato “nel ventre scuro”, nella foiba, di Rocca Busambra.

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  • Mauro Rostagno

    Mauro Rostagno

    Sociologo e giornalista italiano. Negli anni dell’Università diventò uno dei leader del Movimento studentesco e successivamente uno dei fondatori del movimento politico Lotta Continua. Nel 1988 è stato ucciso da Cosa Nostra.

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  • Domenico Russo

    Domenico Russo

    Fu un poliziotto assegnato alla scorta del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato Prefetto di Palermo il 30 aprile del 1982. Morirà con lui e la moglie nell’agguato del 3 settembre 1982 a Palermo.

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  • Pietro Sanua

    Pietro Sanua

    Originario di Lavello, in provincia di Potenza, lasciò il suo paese ad appena tredici anni per andare a Milano da solo, ospite di una zia, in cerca di lavoro.

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  • Pietro Scaglione

    Pietro Scaglione

    Pietro Scaglione è il primo magistrato vittima di Cosa Nostra: la sua uccisione avvenne a Palermo il 5 maggio 1971 presso Via dei Cipressi.

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  • Vito Schifani

    Vito Schifani

    Vito Schifani è stato un agente della Polizia italiano, faceva parte della scorta di Giovanni Falcone e venne ucciso nella strage di Capaci. Fu molto apprezzato per la sua serietà, tanto che gli vennero affidati compiti difficili e delicati contro le cosche mafiose.

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  • Antonio Scopelliti

    Antonio Scopelliti

    Entrò in magistratura a soli 24 anni: fu pm a Bergamo, Roma e Milano, e infine Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Si occupò di alcuni dei processi più importanti della nostra storia recente, sempre su quel filo che collega attentati di mafia e di terrorismo.

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  • Emanuela Setti Carraro

    Emanuela Setti Carraro

    Nata a Borgosesia il 9 ottobre del 1950, in provincia di Vercelli, divenne moglie del Generale Dalla Chiesa solo il 10 luglio 1982 superando le resistenze di lui per via della grande differenza di età che li separava (quasi 30 anni).

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  • Giancarlo Siani

    Giancarlo Siani

    Faceva il corrispondente per un grande giornale, Il Mattino, da Torre Annunziata, una città assediata dalla Camorra. Aveva iniziato a fare sul serio: cercava prove, indagava. Per i camorristi era diventato un giornalista “scomodo”.

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  • Giuseppe Tallarita

    Giuseppe Tallarita

    Un giorno, Giuseppe va a trovare un giovane pastore, pregandolo con gentilezza di evitare di danneggiare le giovani piante di ulivo che con tanta fatica ha impiantato. Quel giovane pastore è diventato uno dei killer più spietati della “stidda”, e capo latitante degli “stiddari” del comprensorio di Gela…

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  • Claudio Traina

    Claudio Traina

    Perse la vita il 19 luglio 1992 in via D’Amelio, insieme al giudice Borsellino e ai suoi colleghi della scorta. Quando morì, era sposato e lasciò orfano un figlio di soli 11 mesi. Claudio ottenne la Medaglia d’oro al valore civile.

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  • Mario Trapassi

    Mario Trapassi

    Prima agente di scorta di Carlo Alberto Dalla Chiesa, poi di Borsellino, Mario Trapassi è a capo della scorta di Rocco Chinnici il 29 luglio 1983 quando, assieme al giudice, ad un collega e al portiere del condominio di Chinnici, viene ucciso da un’autobomba.

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  • Giuseppe Valarioti

    Giuseppe Valarioti

    Giuseppe “Peppe” Valarioti è stato un insegnante e politico comunista italiano, vittima innocente di ‘ndrangheta. Fu il primo omicidio politico della storia della Calabria.

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  • Giorgio Vanoli

    Giorgio Vanoli

    Il Carabiniere Scelto Giorgio Vanoli, morto a Varese il 6 giugno 1993 durante un inseguimento è stato insignito di Medaglia d’Oro al merito Civile il 18 febbraio 2009.

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  • Angelo Vassallo

    Angelo Vassallo

    Nel 1995 si candida a Sindaco di Pollica (Salerno) convinto che “legalità ed ambiente sono due cardini sui quali costruire una nuova Società e una nuova Economia”. Sarà il Sindaco Pescatore per 4 mandati, fino alla sua morte.

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