Francesco Prestia nasce 1 gennaio 1922 a Platì, piccolo paesino dell’Aspromonte calabrese.
È un ragazzo intelligente, brillante, riflessivo e pacato. Dopo aver frequentato i primi anni delle scuole superiori, a causa di difficoltà economiche della sua famiglia, non può proseguire gli studi. Non si arrende e mentre lavora, gestendo una rivendita di tabacchi, studia da autodidatta creandosi una ricca cultura.
Francesco ha una grande passione per la politica e si candida alle elezioni per la carica di sindaco di Platì con una lista popolare, guidata da un ex servitore dello Stato che tanto aveva fatto contro la ‘ndrangheta, l’ex maresciallo Giuseppe Delfino.
Viene eletto sindaco per la prima volta nel 1948 e a soli 26 anni è il più giovane sindaco nell’Italia del dopo guerra. Resse la carica di sindaco fino al 1952.
In quegli stessi anni conosce Domenica, donna tenace e indipendente; i due si innamorano e si sposano nel 1951. Dal loro bel matrimonio nasceranno tre figlie: Maria, Francesca e Michelina.
Francesco è ben voluto da tutti e stimato per il suo buon carattere, la sua onestà e per il suo senso di giustizia. In qualità di sindaco si batte sempre in difesa dei più deboli senza scendere mai a compromessi.
Nel 1978 Francesco abbandona la vita politica, dopo la sconfitta elettorale in cui vinse la DC.
Da quel momento si dedica a tempo pieno alla sua rivendita di tabacchi, gestita insieme alla moglie, dopo che era andata in pensione nel 1985.
Prestia e sua moglie, Domenica De Girolamo, morirono nella loro tabaccheria in centro di Platì l’11 febbraio 1986, assassinati in modo terribile.
Quella sera di Febbraio i due coniugi erano come sempre nella loro rivendita di tabacchi. All’improvviso vennero sorpresi da individui che li aggredirono e li ferirono a morte.
A trovare i loro corpi sarà Michelina, una delle tre figlie.
Il giorno del loro funerale a Platì verrà proclamato il lutto cittadino.
Le indagini sono difficili da portare avanti: Platì è un piccolo comune dove la presenza delle cosche è fra le più alte nella zona jonica. L’omicidio di Francesco e Domenica, eseguito con così tanta ferocia, è di difficile lettura.
Solo grazie al referto autoptico si riuscirà ad accertare che i coniugi sono stati uccisi con un corpo contundente. Ma per il resto nulla sarà mai chiarito, né saranno trovati i responsabili del duplice omicidio. Vengono arrestati due giovani, ma successivamente rilasciati per insufficienza di prove.
L’anno prima, il 27 marzo del 1985, era morto il sindaco in carica a Platì, Domenico De Maio, succeduto nella carica a Prestia. Lo ammazzarono a colpi di lupara e pistola, lungo la strada per Natile.
Le figlie, ricordando i genitori affermano:
“Se allora ci fosse stata la possibilità di fare indagini più accurate come quello del Dna, di certo sarebbe venuto fuori qualcosa. Il caso venne chiuso come episodio delittuoso a carico di ignoti. E noi allora, non riuscimmo a trovare la forza di insistere, di chiedere giustizia. La realtà che abbiamo dovuto affrontare era surreale, siamo state travolte da una tragedia così grande che ci ha pietrificato e impedito di prendere qualsiasi iniziativa volta a fare chiarezza sullo tsunami che si era abbattuto sulla nostra famiglia
Le figlie di Francesco e Domenica, dopo anni di dolore vissuto in solitudine, hanno deciso di testimoniare e chiedere con forza che venga fatta verità e giustizia per i loro genitori.
Bibliografia
Si parla di Domenica e di suo marito Francesco Prestia in un capitolo del libro : S.Trimboli “La mia RAI dalla lottizzazione alla occupazione, 25 anni di storia in Calabria”, Edito da Pellegrini.